“Maggiore attenzione al genere per dare corretta interpretazione del ruolo dei determinanti biologici e socio-culturali sullo studio dei farmaci e sui trattamenti sanitari”: questo chiede Passion People in occasione della Giornata della donna 2024.
Due terzi delle persone che vivono con l'idrosadenite sono di sesso femminile eppure non assistiamo a una differenza nella ricerca sperimentale e farmacologica, nell'assistenza sanitaria, nella considerazione del ruolo della donna a tutto tondo.
La letteratura ci dice che le donne nella ricerca sperimentale e farmacologica subiscono discriminazioni così come pure nella cura delle patologie.
Queste le istanze di Passion People a riguardo:
- individuare le priorità urgenti per creare una medicina più attenta alle differenze di genere;
- aumentare la consapevolezza e le conoscenze sui meccanismi alla base delle differenze;
- stimolare lo sviluppo di percorsi scientifici e regolatori che garantiscano lo studio delle popolazioni maschili e femminili in maniera specifica e selettiva,
- proporre protocolli di ricerca distinti;
- riconoscere le differenze per permettere il miglior trattamento possibile per donne e uomini.
Riteniamo di portare all'attenzione del pubblico e dei decisori scientifici e politici, una seria questione di equità.
Ricordiamo a tal proposito che il 31 gennaio 2018 è stata approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 3/2018 “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute”.
L’articolo 3, di questa legge, “Applicazione e la diffusione della medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale”, richiedeva infatti la predisposizione di “un Piano volto alla diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale”.
Ci auguriamo che siano messi in pratica interventi più marcati quali:
- la richiesta da parte delle autorità regolatorie di protocolli di ricerca e sviluppo specifici per uomini e donne per i nuovi farmaci da utilizzare nelle malattie comuni al sesso maschile e femminile,
- analizzare separatamente linee cellulari maschili e femminili,
- studiare farmacocinetica, tossicità, riproduzione, cancerogenicità in modelli animali di entrambi i sessi,
- includere casistiche adeguate di uomini e donne negli studi clinici e analizzare i risultati separatamente.
Studiare e riconoscere le differenze tra i sessi e i generi è solo il primo passo per garantire appropriatezza della cura.
Il tema della salute delle donne è cruciale nella discussione più generale sulla necessità di raggiungere una parità di genere. La speranza è che si faccia sempre di più per promuovere una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sostenere l’imprenditoria femminile e la progressione delle carriere, sviluppare soluzioni di conciliazione vita-lavoro.
L’educazione e la consapevolezza sulle scelte riproduttive e la crescente attenzione alle misure volte a contrastare la violenza contro le donne sono, infine, ulteriori elementi indispensabili per poter finalmente parlare di equità.
Fonti:
Onu
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