Idrosadenite suppurativa: rischio per cuore e metabolismo
- Giusi Pintori

- 8 set
- Tempo di lettura: 2 min

Le persone con idrosadenite suppurativa (HS) – una malattia cronica della pelle – non affrontano solo dolore e infiammazione cutanea. Secondo uno studio pubblicato su JAMA Dermatology, chi ha una forma più grave presenta anche un rischio più alto di sviluppare disturbi legati al cuore e al metabolismo, come ipertensione, colesterolo alto e diabete.
Una malattia della pelle che coinvolge tutto il corpo
L’idrosadenite si manifesta con noduli e ascessi dolorosi, spesso localizzati in ascelle, inguine e altre aree dove la pelle sfrega. È una patologia cronica, che può peggiorare nel tempo e avere un forte impatto sulla qualità della vita.
Negli ultimi anni la ricerca ha mostrato che l’infiammazione costante causata dall’HS non resta limitata alla pelle, ma può favorire anche problemi interni. In particolare, aumenta la possibilità che il colesterolo “cattivo” (LDL) si accumuli nelle arterie, accelerando i processi che portano a infarti e ictus.
Lo studio
I ricercatori hanno analizzato i dati di 1.045 adulti con HS, suddividendoli in base alla gravità della malattia:
lieve: trattata con nessuna cura o solo creme;
moderata: trattata con farmaci orali;
grave: trattata con biologici, interventi chirurgici o più terapie combinate.
I risultati mostrano che:
quasi il 40% dei pazienti era obeso o aveva sindrome metabolica;
oltre l’80% aveva almeno un fattore di rischio cardiovascolare;
i rischi aumentavano in modo proporzionale alla gravità dell’HS.
I dati principali
Colesterolo alto nel 34,3% dei pazienti;
Ipertensione nel 30%;
Diabete nel 21,2%.
Le persone con HS grave avevano valori mediamente peggiori rispetto a chi aveva forme lievi o moderate.
Perché è importante
Come ha spiegato il cardiologo Michael Garshick, autore senior dello studio, l’obesità e altre condizioni metaboliche sono spesso collegate all’HS e alimentano l’infiammazione. Questo legame tra pelle e metabolismo non era mai stato documentato in modo così chiaro prima d’ora.
Un dato preoccupante è che molti pazienti non ricevono cure preventive: ad esempio, meno della metà raggiunge i valori ottimali di pressione e colesterolo, e solo una piccola parte assume farmaci come statine o antipertensivi.
La raccomandazione
Gli specialisti invitano a un cambio di prospettiva:
i dermatologi dovrebbero aiutare a segnalare i rischi cardiovascolari;
i pazienti dovrebbero sottoporsi regolarmente a controlli per pressione, glicemia e colesterolo.
“Più l’idrosadenite è grave, maggiore è il rischio per cuore e metabolismo” – afferma Garshick.










Commenti